Abstract dell'attività artistica di pratiche di rete
dal 1993 al
2002
selezione
opere
titolo:
HO CHIESTO A DELLE PERSONE, DI
PRESENTARE LE IMMAGINI (E DEI
PENSIERI IN MERITO) CHE NON
VORREBBERO VEDERE IN TELEVISIONE
data: 1993
www.strano.net/parrini/chiesto/chiesto.htm
Ho sentito l'esigenza, attraverso questa richiesta, di porre
l'attenzione su di un mezzo di comunicazione (la tivu') che divenendo
sempre piu' interattivo, costituira' anche un vero e proprio luogo di
espressione.
La situazione e' questa:
Un televisore acceso, un telecomando per poter passare da un canale
all'altro a proprio piacimento, una macchina fotografica, per
fotografare l'immagine video che rappresenta il messaggio informativo
che non desidereremmo vedere, una macchina da scrivere od altro, per
registrare le eventuali considerazioni relative alla questione.
Il tutto si concentra nella realizzazione di immagini formate da serie
di fotografie messe insieme. Da questo materiale sono stati prodotti:
due video, due musicassette, interventi su foto, elaborati vari, una
dispensa, un ipertesto.
Il risultato di quest'operazione rappresenta il desiderio di coloro che
hanno partecipato alla mia richiesta, di rifiuto e di critica verso la
fruizione di certi tipi di informazione.
Riporto il mio testo dal titolo ENTROPIA
"...Se il potere delle comunicazioni di massa impone griglie e modelli
interpretativi alla realta' e alle proprie pratiche discorsive, se
organizza il mondo in una "agenda" o costruisce le proprie notizie
secondo regole indipendenti dal rispetto dei fatti, le leggi
dell'entropia dovrebbero spingerci a individuare altrove spazi di
liberta' espressive sempre piu' ampi o, almeno luoghi di concentrazione
di una energia simbolica apparentemente dispersa e inutilizzabile, ma
in realta' disponibile a essere riciclata in forme espressive
originali. Si puo' dire, allora, che all'aumento di ordine e di sapere
socializzato che le comunicazioni di massa istituzionalmente inducono
corrispondano ad altri livelli "nuove" culture della iterazione
simbolica, "nuovi" modelli e prodotti simbolici?"(G.BETTETINI)
"Dal tempo in cui ho scritto questo racconto ("Entropia") ho continuato
a cercare di capire l'entropia, ma piu' leggevo, piu' diventavo confuso
circa il suo significato" (T.PYNCHON)
Il presentare fotografie di immagini che non vorremmo vedere in
televisione, rappresenta anche, in senso lato, la "morte" o meglio
l'assenza di quelle che vorremmo vedere.
La consapevolezza di questa assenza mira a denunciare la nostra
impossibilita' di poter essere partecipi, non tanto alla gestione del
sistema di informazione della televisione (in questo caso), quanto
all'opportunita' negata di interagire con tale mezzo di comunicazione;
il che ci rende in parte passivi di fronte all'enorme flusso di
messaggi. Ora, questo problema risulta di natura strettamente
economico-politica, quindi assai complesso da prendere in esame.
Il mio lavoro si sviluppa in una sorta di attivazione di un meccanismo
che si realizza nello sforzo, nel tentativo di creare dei luoghi, le
foto, il video e gli scritti, in cui ogni singolo abbia la possibilita'
di esprimere direttamente agli altri, il proprio sentimento di dissenso
verso la diffusione di certe immagini.
Creare dei luoghi, ma anche delle assenze, non fini a loro stesse, ma
specie di assenze/tensive, mediante le quali riflettere su questo
aspetto della comunicazione.
Dunque tutt'altra cosa e' spengere la tivu' o cambiare canale nel
momento che appaiono immagini non desiderate, fatto meramente privato
che si limita solo ad una nostra censura personale. Mentre attraverso
la presentazione della negazione di cio' che vediamo allo schermo,
trasmessa agli altri, rappresentiamo idealmente cio' che si potrebbe
vedere. "Del resto il concetto di Realta' Artificiale come strumento di
comunicazione si basa proprio sull'idea di spazio astratta, che
coincide con l'informazione contemporaneamente a disposizione degli
interlocutori" (M.W.KRUEGER)
IX.1993
C. Parrini
Play
video
HO CHIESTO... 1994, 10', VHS, colore
titolo:
StranoNetwork
data: 1993
www.strano.net
STRANO
NETWORK si inaugura il 22 aprile 1993 al CSA Ex-Emerson di Via Bardazzi
a Firenze come indagine sui territori della comunicazione.
Attraverso il confronto e l'interazione di esperienze e
ricerche effettuate in differenti aree dalla tecnologia alle
problematiche sociali, dalle arti visive alla musica sperimentale,
Strano Network si presenta con l'obiettivo di salvaguardare la reale
possibilita', per tutti, di comunicare in maniera libera e democratica.
1) Telematic Identity - StranoNetwork
Performance 1996
2) HACKIT ’98 - StranoNetwork
Performance 1998
3) I.S.D.N - StranoNetwork
Performance
1998
4) MP3 contest - StranoNetwork
Performance
1999
5) StranoNetwork Web Site
HTML language
1996
titolo:
Area INTERVENTI AUDIO
data: 1994
www.strano.net/parrini/area/area.htm
Area INTERVENTI AUDIO e' una simulazione di area virtuale di un
ipotetico "BBS televisivo"; una zona della rete telematica-TV in cui
poter inserire un nostro personale audio nelle sequenze televisive
scelte, senza intervenire sul video.
Area INTERVENTI AUDIO e' uno stimolo per rivolgere l'attenzione a
quello che potrebbe essere un possibile relazionarsi direttamente con
il mondo delle immagini tivu', o meglio a pensare alla futura
riconfigurazione della televisione stessa.
Presentazione
Credo che l'era digitale e le tecnologie avanzate come la Realta'
Virtuale applicate alla comunicazione televisiva offriranno a tutti
l'opportunita' di creare situazioni di produzione di "programmi", (in
altri termini di essere partecipi alla realizzazione dei contenuti
televisivi); il caso che prendo in esame e' quello del settore delle
arti visive, cercando di analizzare nuove metodologie e linguaggi
nell'ambito dell'espressione artistica relativa all'immagine.
Un giorno forse, tutti avremo a disposizione dei "BBS televisivi" (se
cosi' si chiameranno), ovvero per intenderci la TV-interattiva; cioe'
quando l'interazione con la tivu' non sara' limitata alla liberta' di
attenzione, all'uso del telecomando o alla possibilita' di telefonare
in diretta ai conduttori, ma potremo usare per esempio l'ambiente
windows del nostro PC, con le icone le finestre...
(vedi il progetto della Microsoft/TCI ideato da Bill Gates); quando
arriveranno a nostro piacimento film, pubblicita', documentari...;
quando potremo consultare librerie, gallerie, negozi, musei,
direttamente da casa nostra; quando un nostro video potra' essere messo
in circolazione in un apposito canale insieme agli altri video
amatoriali; quando l'uso della televisione diverra' come quello
dell'acqua, del metano, della corrente elettrica...
L'applicazione del computer, decodificatori, banche dati, fibre
ottiche, etc... alla televisione sviluppera' in un futuro assai
prossimo uno scenario che produrra' un'interazione con la tivu' da un
lato con la personalizzazione della visione dei singoli programmi,
dall'altro lato con il graduale smantellamento del palinsesto
televisivo.
Mi sono chiesto, quindi, quali sono e saranno le reali implicazioni,
non specificamente tecnologiche ma epistemologiche ed esistenziali, di
un'eventuale televisione interattiva con l'aspetto creativo-artistico
di ognuno di noi.
Per quel giorno ho pensato alla creazione di un'area di un qualsiasi
'BBS televisivo', area: INTERVENTI AUDIO.
In questa zona-contenitore del ciberspazio-TV ciascuno di noi potra'
prelevare delle sequenze tivu', togliergli l'audio, inserire un proprio
audio e poi immetterle nuovamente nell'area designata.
Questo per dimostrare che si puo' realizzare dei momenti, dei territori
di espressione, all'interno della rete telematica/televisiva,
sfruttando un tipo di immagini a uso collettivo, o ancora, dei codici
visuali comuni (esempio: reportages di guerra, film, spot, personaggi
pubblici eccetera), che passano regolarmente nella "videosfera" a cui
apparteniamo.
Alcune sequenze (con il termine sequenza voglio identificare anche
delle porzioni del palinsesto televisivo relativo alle varie reti),
sono talmente radicate nel nostro vedere da essere assimilabili a dei
veri e propri linguaggi. Mi e' sembrato opportuno quindi non lavorare
sulla completa modificazione e manipolazione delle immagini che
riguardano la sequenza presa in esame (un'operazione diversa che non
sto adesso a analizzare), ma su di una parte solamente di essa, quella
audio.
In senso metaforico, se dovessi riconoscere nelle immagini degli
animali, e nella sequenza scelta una tigre, ho preferito cavalcare la
tigre anziche' ucciderla. Interagendo cosi' in una giungla visiva senza
creare ulteriori immagini, limitandosi ad interferire con quelle gia'
esistenti, banali e semplici oppure importanti e complesse.
Lo spirito di questo lavoro vorrei che si spingesse al di la'
dell'operazione situazionista insita, e volgesse l'attenzione al ruolo
dell'artista e alla circolazione del suo prodotto, in merito al
connubio tra la TV, mezzo di comunicazione che presenta un vedere
collettivo senza impulsi privati del singolo; ed il PC, basato su di
un'offerta di mentalita' individuale senza apporti collettivi.
Per questo cerco di sottolineare il fatto che il video realizzato
rappresenti una simulazione di un nuovo medium con cui poter veicolare
i nostri pensieri, sentimenti...
Ho prodotto un rozzo prototipo, consistente appunto in un video VHS, di
area di un possibile 'BBS televisivo', spero futuribile al piu' presto;
in questo video ho inserito nelle situazioni televisive selezionate
alcune frasi e slogan inerenti l'arte, territorio in cui opero.
Area INTERVENTI AUDIO deve un particolare ringraziamento a Thomas
Pynchon, perche' proprio la lettura di un brano tratto da un suo
romanzo, l'ha ispirata.
Riporto quindi interamente il suddetto brano per poi entrare nella
descrizione organica del lavoro.
"...Convinta che i raggi emmessi dal teleschermo, agissero a mo' di
scopa, per spazzar via tutti gli spiriti maligni dalla stanza, Frenesi
accese il televisore e consulto' la guida ai programmi.
Ridavano per l'ennesima volta CHiPs, tra non molto: un film di sbirri e
moto, ormai classico. Provo' un fremito nel sangue, un madore
premonitore. S'incazzassero pure, le femministe deliranti, ma Frenesi
sapeva che vi erano donne viventi, le quali, al pari di lei, andavano
pazze per le donne in uniforme, facevano fantasie sui poliziotti della
stradale mentre viaggiavano in autostrada e persino -come essa
intendeva fare tra non molto- si masturbavano di gusto, per Ponch e
Jon, guardando un loro telefilm alla tivu'- e con cio'? Sasha era
convinta che Frenesi avesse "preso" da lei quella feticistica passione
per le divise. Strana idea, persino per una come Sasha, se non che, fin
dalla prima volta in cui aveva assistito a una parata militare, e fino
al giorno d'oggi, ella aveva
avvertito dentro di se' una fatale, ineluttabile propensione per gli
emblemi dell'autorita', le immagini del potere, e in particolare per
gli uomini in uniforme, fossero atleti, in carne ed ossa o sullo
schermo, fossero attori in un film di guerra d'ogni epoca storica,
fossero magari maitres d'hotel, o capocamerieri in ristoranti di lusso,
o persino fattorini o ascensoristi, ed era quindi convinta che tale
propensione fosse stata ereditata dalla figlia, come se qualche
Fascista Cosmico avesse intrecciato una catena di DNA in modo tale da
rendere necessaria quella forma di seduzione e di iniziazione alle
oscure gioie del dominio sociale. Assai prima che qualche amico o
nemico glielo facessero notare, Sasha ci era arrivata da sola, ed era
stata costretta ad affrontare la triste possibilita' che tutte le sue
ribellioni, per quanto sacrosante e giuste, contro l'oppressione del
potere non fossero altro che in realta' che atti tendenti a rinnegare
quel pericoloso sdilinquimento, quel non so che le serpeggiava per
tutte le fibre ogni volta sfilassero dei soldati a passo marziale, quel
madore voglioso che era forse un'atavica maledizione.
Non fosse altro che per la sua scorrettezza politica, Frenesi aveva a
tutta prima reagito con rabbia a questa teoria di sua madre; dopo un
po', l'aveva trovata solo seccante; e adesso, entrate entrambe nel
secondo decennio di silenzio, degna di una mesta sbuffata e
nient'altro. Rigirato il televisore, Frenesi si sdraio' sul divano, si
sbottono' la blusa, si slaccio' la lampo dei pantaloni, ed era pronta a
spararsi un ditalino, quando, ad un tratto, che cosa avvenne, se non il
primario miracolo della Telemania, sotto forma di un brusco virile
picchiare alla controporta della cucina, e li' fuori sul pianerottolo
-attraverso la grata, scomposto in tanti puntini, come un'immagine
retinata sul video, solo piu' squadrata- c'era questo corpulento U.S
Marshal (carica analoga a quella di sceriffo negli Stati Uniti), bello,
in alta uniforme, cappello, pistola d'ordinanza calibro .38, cintura di
cuio borchiato, con in mano una busta da consegnare. E il suo collega,
che aspettava accanto all'automobile, nella languente luce del
tramonto, era 'due volte' piu' carino..."
da "VINELAND" Thomas Pynchon, Rizzoli 1991
Come a Frenesi anch'io ho voluto che mi si avverasse un piccolo
desiderio. Al personaggio pynchoniano accade che si materializzano
nella realta', ovvero escono dalla televisione, due poliziotti, di cui
uno "...bello, in alta uniforme...", analoghi a quelli che sono
protagonisti del telefilm CHiPs, sui quali ella si masturbava con
spasmodico ardore.
Ribaltando la metafora dello scrittore americano, ho pensato cosi' al
mio piccolo desiderio. Invece di far uscire, ho voluto che entrasse
qualche cosa dentro lo schermo. Ebbene, il desiderio che alcune
informazioni su 'certi affari dell'arte', (pensieri, citazioni.....),
fossero trasmesse, inserendosi nell'audio della TV, mediante le sue
medesime, correnti e quotidiane immagini, le stesse persone, i soliti
scenari e via dicendo, si e' avverato simulandolo.
VI.1994
C. Parrini
Play
video Area Interventi Audio... 1994, 8', VHS, colore
titolo:
Etere-Arte-Rete
data:1995
www.strano.net/parrini/etere/etere.htm
Etere-Arte-Rete e' un'operazione artistica che prende in esame il
rapporto tra immagini televisive, aspetto creativo/estetico della loro
manipolazione, messa in circolazione del materiale prodotto nelle reti
telematiche e nelle gallerie d'arte. In pratica Etere-Arte-Rete si
realizza nell'intervento, da parte degli interessati, su fotografie
scattate a programmi televisivi; si puo' intervenire sia con strumenti
convenzionali (tempere, pennarelli, spray....) sulle foto stampate, che
con quelli offerti dal computer (programmi di ritocco, di grafica 2D e
3D, di pittura....) sulle foto digitalizzate. I risultati di questa
prima fase vengono quindi immessi nei circuiti telematici, per
stimolare nuovi contributi. La circolazione in rete dei prodotti
artistici e' caratterizzata dalla maggiore velocita' ed ubiquita'
rispetto ad altre occasioni di diffusione, come ad esempio riviste o
gallerie d'arte. E' pero' possibile anche l'operazione inversa, cioe'
di prendere i materiali dalla rete, stamparli ed intervenire con
pratiche artigianali (e magari riproporre in rete queste ulteriori
manipolazioni). Quindi l'operazione trova la propria compiutezza quando
e' attivato un flusso continuo di reciprocita' tra tutti i possibili
canali di produzione e distribuzione (una mostra in galleria
successivamente esposta in rete, un lavoro in rete riprodotto su di una
rivista d'arte etc.). Etere-Arte-Rete si prefigge lo scopo di
analizzare le dinamiche mediologiche/estetiche che si snodano tra la
videosfera e il ciberspazio.
I/'95
Claudio Parrini
Play
video Etere-arte-rete, 1995, 7'30'', VHS, colore
titolo:
ARTE IN TV
data:1995
www.strano.net/parrini/tvart/tvart.htm
Vi mostro alcune foto di quadri presentati durante delle trasmissioni
televisive. I contesti erano molto diversi tra loro. I quadri
arredavano lo studio di personaggi intervistati per le loro competenze,
che non erano competenze di artisti o critici d'arte, o collezionisti,
o galleristi... O genitori di artisti, di critici d'arte, di
collezionisti, di galleristi... (erano medici, giudici, presentatori
televisivi...). Oppure i quadri erano refurtiva recuperata dalla
polizia, e allora erano QUADRI, OPERE D'ARTE, rubati, ricercati,
recuperati in virtù del loro valore - culturale e (quindi?) di
mercato. In un caso erano riconoscibili come opere d'arte; in un caso
non eracosì (a meno che l'opera in questione non sia
particolarmente famosa; e in questo caso non si tratta veramente di
un'opera d'arte, E' piuttosto un caso di divismo, ad esempio la
Gioconda). Quello che mi interessa E' capire quando, dentro un sistema
di comunicazione di massa, un'opera d'arte diventa riconoscibile in
quanto tale, e perchÈ, e come viene usato dal sistema in
questione il funzionamento di questi meccanismi di riconoscibilit‡. I
siparietti del "Maurizio Costanzo Show" che presentano Oppi o Cagnaccio
di San Pietro ci presentano opere d'arte? E, in che senso? E le
riproduzioni che stanno dietro Sgarbi in "Sgarbi quotidiani"? E il
Parmigianino che accompagna i proclami delle videocassette inviate da
Berlusconi ai tg? Aiutatemi a capire cosa significa tutto ciò.
E' possibile che "l'Arte" acquisti un valore provocatorio in tv?
Potrebbe l'arte trovare una funzione eversiva nell'etere, dopo che il
sistema delle gallerie sembra avergliela negata lasciando che esistesse?
PARTECIPATE INVIANDOMI VOSTRE IMMAGINI
titolo:
Undo.Net
data: 1995
www.undo.net
UnDo.Net è un'operazione d'arte condivisa
UnDo.Net è un catalizzatore di conoscenze e di informazioni
relative alla cultura contemporanea e un sistema per passarsele
UnDo.Net è un corpo di raccolta di informazioni in continua
evoluzione, strutturato: - per raccogliere tutte le informazioni
possibili sull'arte contemporanea - per monitorarne e documentarne i
processi di produzione e di fruizione - per mettere in relazione in
modo organico e flessibile tutti questi dati tra di loro - per offrire
più punti di vista
UnDo.Net fa un uso sperimentale ed innovativo delle tecnologia e crea
forti linguaggi multimediali basati su modelli di partecipazione e
grande interattività. UnDo.Net è un'operazione d'arte
condivisa
UnDo.Net è un catalizzatore di conoscenze e di informazioni
relative alla cultura contemporanea e un sistema per passarsele
titolo:
MINIMAL TV
data: 1996
www.minimaltv.cjb.net
di
Quinta Parete Network
La Minimal TV è la televisione più piccola del mondo:
trasmette i suoi programmi via cavo su alcuni monitor disposti “per
strada” o in alcuni luoghi pubblici. Può funzionare in occasione
di sagre di paese, mostre d'arte, promozioni commerciali all’interno di
ipermercati, eventi di strada, scuole, feste private, matrimoni,
ecc..., situazioni insomma dove si svolge un evento che coinvolge in
maniera particolare i partecipanti.
"La tv è di chi la fa" è la filosofia che anima il
progetto, e con la Minimal TV chiunque, almeno per un giorno,
potrà progettare la sua rete privata. I temi e l'orario di
trasmissione possono adattarsi ad ogni tipo di esigenza: dal serio al
comico, dal commerciale al politico, dallo sperimentalismo artistico
alla didattica.
Con la Minimal TV si ‘dimostra’ che ogni evento può
trasformarsi, artigianalmente, in un evento televisivo, nel quale
però, a differenza di quanto avviene nella tv, il pubblico viene
realmente coinvolto diventandone protagonista e produttore. Infatti le
trasmissioni vengono realizzate attraverso l’intervento continuo dei
telespettatori e i palinsesti vengono continuamente stravolti per
adattarsi agli stimoli che nascono lavorando insieme alla gente del
luogo e ai passanti.
Minimal TV è fare televisione al grado zero, per rivelare
l’inconsistenza dell’immagine tv e del suo autoritarismo gerarchico
(perché “la televisione non esiste: sono solo figurine”), ma
anche per produrre un protagonismo del pubblico, trasformando un canale
televisivo (anche se minimal) in uno strumento di produzione di spirito
comunitario, un generatore di network - e per proporre, attraverso
strumenti di tecnologia povera, un modello di rete che demistifica la
congiunzione, dominante in tempi di mitologia di internet, tra
comunicazione collettiva e hi-tech.
La Minimal TV ha debuttato a Vinci dal 23 al 26 luglio 1996
(chiamandosi Vinci Minimal TV), come produzione del Giallo Mare Minimal
Teatro in occasione del festival "Multiscena: rassegna di eventi ed
arti sceniche", trasmettendo ogni sera dalla Biblioteca Leonardiana di
Vinci su tre monitor e un videoproiettore collocati in zone strategiche
dell'area del castello.
I suoi programmi affrontavano in modo ludico temi legati alla vita
della città e agli spettacoli della serata. Inoltre i passanti
potevano dialogare con il conduttore attraverso un video-box disposto
in strada, e affidare una loro immagine e una dichiarazione nel sito
Internet della manifestazione attraverso un Net-box collegato sia alla
rete che al mini studio televisivo.
La Minimal TV ha proposto quindi le sue trasmissioni:
a Empoli il 25 e il 26 Ottobre 1996 nel suggestivo Chiostro degli
Agostiniani in occasione della rassegna multidisciplinare "Under 30",
adottando il nome "U3 minimal Tv";
a Fossalunga, in provincia di Treviso, durante la sagra di S.Agata
nelle domeniche 26 gennaio e 2 febbraio ‘97;
a Cernobio, sul Lago di Como, in occasione del laboratorio multimediale
allestito per Kid Screen nel Novembre ‘97;
a San Giovanni Val d’Arno, nello spazio espositivo “Casa Masaccio”, in
occasione della mostra collettiva “Something old, something new,
something borrowed, something blue”, a cura di R. Selvaggio, il 1
Ottobre 1999.
Inoltre la documentazione prodotta in queste trasmissioni è
stata più volte proposta in eventi espositivi, come “opera
d’arte”.
Descrizione "Tecnica"
Caratteristica della Minimal TV è l'uso creativo e coinvolgente
di tecnologia domestica. L'intento è quello di sdrammatizzare la
televisione mettendola "a portata di mano". Le trasmissioni sono
realizzate con una "sofisticata" telecamera amatoriale, un mini-mixer
audio-video e un Apple Computer per le intersigle, più due
videocamere in S.VHS per i servizi registrati e il video-box.
Fondamentale per il funzionamento della performance è la scelta
dei luoghi dove dislocare studio, video box e monitor, luoghi che
devono essere già fortemente connotati come punti di riferimento
per la ‘comunità’ con cui la Minimal TV dovrà interagire.
Dopo l'esperienze passate la Minimal TV è pronta per essere
installata e trasmettere dovunque sia richiesta, adattando costi ed
esigenze tecniche.
Come gia detto il palinsesto, i temi e l'orario di trasmissione si
possono adattare ad ogni tipo di richiesta: dal serio al comico, dal
commerciale al politico, dallo sperimentalismo artistico alla didattica.
Con la Minimal TV chiunque, almeno per un giorno, potrà avere la
sua rete privata.
Staff:
Minimal TV è una produzione Quinta Parete Network:
Federico Bucalossi (camera e mixer art computer), Vanni Cilluffo /
Sasa' Nothing (conduttore), Francesco Galluzzi / Rorò (inviato
speciale e video-box), Claudio Parrini (Internet-box manager),
Alessandro Barbadoro (audio-video mix), Giacomo Verde (camera e
televizion guru).
Collaboratori:
Vania Pucci, Gabriele Coassin, Fabio Fuser, Rossano Monti, Davide
Bianco, Walter Bencini, Michele Conti.
titolo: i motori di ricerca nel caos
della rete
data: 2001
www.strano.net/chaos
La ricerca dell’informazione in Rete e
le tecniche per rendere l’informazione più visibile nel Web
hanno assunto negli ultimi tempi un’importanza sempre più grande.
I motori di ricerca rappresentano il dispositivo primario per accedere
all'informazione.
Tali affermazioni rimangono purtroppo valide solo dal punto di vista
teorico, ma in realtà cosa succede quando siamo davanti al
nostro computer? Molte volte ci siamo trovati a digitare parole nella
casella "search" nella speranza di avere risultati esaustivi. Ma quante
volte ci siamo ritenuti veramente soddisfatti?
Questo libro è una sorta di manuale di apprendimento per l'uso
appropriato dei motori di ricerca, con ampie panoramiche sui fattori
determinanti necessari per ottenere informazioni più precise, un
kit di sopravvivenza per i profani ma anche per gli esperti che si
affacciano sul magma fluttuante di Internet.
Nello spiegare in modo dettagliato il funzionamento dei motori di
ricerca e delle web directory, gli autori si soffermano sulle tecniche
quali il top ranking, il gioco linguistico e l'approccio creativo,
tutte modalità che sono in grado di far apparire fra le prime
posizioni le effettive informazioni richieste.
Il testo è stato scritto da due "hacker", tra i più
storici della scena italiana, con questo libro dimostrano la loro
competenza e l'etica democratica con cui si muovono ormai da decenni,
con la totale assenza di dinamiche illegali e clandestine. La
sperimentazione sul rapporto uomo-macchina, il diritto al sapere, la
nuova “frontiera dell’accessibilità”, nodo cruciale nel futuro
del World Wide Web, sono gli argomenti con i quali si confrontano.
Claudio Parrini (1963), networker e pittore, è membro del gruppo
Stranonetwork e collabora con UnDo.Net.
fERRY bYTE (1967), hacktivist, è impegnato da tempo sul versante
delle mobilitazioni elettroniche dell’autorganizzazione digitale (i
netstrike) e nella promozione di forme accessibili dell’informazione in
Internet. È fondatore di Stranonetwork e socio di Isole nella
Rete.
ShaKe edizioni, Milano 2001, pp.121
titolo:creaccessibilita'
data: 2002
http://www.luxflux.net/accessibile/index.htm
Claudio Parrini, Arclele e Ferry Byte,
in occasione del
Progetto Mostra/Evento sul Media Attivismo
AHA: Activism-Hacking-Artivism
Making Art Doing Multimedia
ospite presso il
Museo Laboratorio Arte Contemporanea
Roma-Febbraio 2002
propongono come "propria" opera d'arte la realizzazione di una versione
accessibile del sito del Museo http://www.luxflux.net
Il sito originale - al pari di molti altri siti di interesse pubblico -
risulta infatti inusabile ed inaccessibile per larghe fascie di utenza
telematica.
La versione accessibile da noi progettata e prodotta viceversa risulta
sicuramente e facilmente interpretabile da qualsiasi utenza: sia essa
una persona cieca che utilizza uno screen-reader vocale per navigare
sul web, una persona che soffre di disturbi psico-motori oppure, solo
per concludere con un altro esempio chiarificatore del concetto di
accessibilita', una persona ipovedente che utilizza un software
ingranditore dello schermo da leggere.
La versione accessibile del Museo e' volutamente incompleta ma
accompagnata da un'analisi del sito orginale sotto il profilo
dell'usabilita' ed accessibilita' al fine di testare realmente la
volonta' di uno dei pochi enti pubblici che hanno dimostrato
sensibilita' verso questo argomento e verificare nel futuro se questa
sensibilita' verra' concretizzata con il completamento della versione
accessibile e l'aggiornamento che - ricordiamo - dovrebbe essere sempre
realizzato parallelamente agli aggiornamenti effettuati sulla versione
originale.
Nel panorama dei siti di interesse pubblico, malgrado l'Aipa ed altri
organismi si accaniscano - potremo dire a questo punto -
grottescamente, per elaborare e trasmettere regole inerenti il dovere
di costruire siti accessibili per chiunque indipendentemente dalle
proprie caratteristiche fisiche o dotazioni software/hardware - la
maggior parte dei Comuni, come ad esempio quello di Milano
http://www.comune.mi.it ed anche la stragrande maggior parte dei
servizi nazionali di interesse pubblico come le FS
http://www.trenitalia.it, continuano a fregarsene bellamente di queste
"regole".
Il Museo Laboratorio Arte Contemporanea di Roma crediamo abbia cosi'
concretamente fatto un primo passo - grazie anche alla concessione di
mettere in evidenza questo stesso comunicato ed i link ad xs2web
http://www.ecn.org/xs2web/ e al clarr
http://users.iol.it/buste/clarr/index.htm (le attivita' piu'
"hacktivst", rispettivamente nello scenario nazionale italiano ed in
quello locale romano, nel promuovere un Web accessibile ed usabile) - a
diffondere un'idea artistica ed insieme profondamente etica di fare
comunicazione in Rete.
Ringraziamo quindi Tatiana Bazzichelli per averci traghettato verso
questo esperimento di abbattimento delle barriere elettroniche per chi
di barriere nel reale ne ha gia' troppe, ed il Museo Laboratorio
Arte Contemporanea anche per aver acconsentito ad affiancare alla
propria homepage di partenza un tentativo di offrire la possibilita'
veramente a tutt* di seguire il percorso adatto al proprio ipertesto di
percezioni.
Claudio Parrini, Ferry Byte, Arclele
212.66.96.27 31 gennaio 2002